A cura di Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli
Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna 1991) è considerato uno dei grandi artisti pionieri del XX secolo che hanno rivoluzionato il concetto stesso di opera d'arte, e uno dei maggiori esponenti dell'arte cinetica. Al centro del suo lavoro vi è la ricerca attorno alla macchina con il suo funzionamento e movimento, i suoi rumori e suoni e la sua poesia intrinseca. Tinguely è tra i primi artisti ad utilizzare oggetti di scarto, ingranaggi e altri materiali che poi salda, creando macchine rumorose e cacofoniche funzionanti dotate di veri e propri motori. Le sue sculture presentano inoltre un carattere performativo grazie al loro costante movimento e alla loro peculiarità di coinvolgere il pubblico. L' ingranaggio, e in particolare la ruota, sono spesso gli elementi fondanti delle sue opere, i cui funzionamenti tradizionali sono volontariamente sgretolati dall'artista, che libera la macchina dalla tirannia dell'utilità, favorendo l'imprevisto e l'effimero all'interno dei suoi marchingegni assurdi e apparentemente esilaranti.